venerdì 14 marzo 2014
Tigertailz - Bezerk (1990) *Glam Metal*
FORMAZIONE:
Kim Hooker - Voce
Jay Pepper - Chitarra
Pepsi Tate - Basso
Ace Finchum - Batteria
RECENSIONE:
Non poteva mancare di certo questo capolavoro assoluto del glam mondiale.
Il Galles è stato la California d'Europa. Almeno a partire dai primi anni 80, quando a portare la temperatura a livello di ebollizione in quelle lande umide e nebbiose sono stati i Tigertailz, migliore espressione europea del glam metal più geniale, scioccante ed effettivamente felino.
La multiforme innovatività di questi mostri sconsacrati del rock più battone della storia, potrebbe essere sintetizzata dall'immagine di un cavo elettrico tranciato che si dimena in preda a raptus inconsulti in una pozzanghera, in un movimento infinito che cesserebbe solo staccando la spina. Chi non lascia niente al caso, come prima cosa si lastrica addosso un nome idoneo e i Tigertailz hanno scelto davvero bene, con un'operazione di naming che sa di cortina di ferro. Da indossare come una pelliccia tigrata, che gli stava bene così come stavano bene in quella leopardata i GN'R ed in quella zebrata i Cinderella.
Questi divi per vocazione, questi iperpompati malati di cotonatura, questi patiti di Dee Snider, queste baldracche in punta di tacchi a spillo d'acciaio, dopo aver sfanculato il cazzutissimo esordio "Young And Crazy" nel 1987 - dove tutte le ovvietà del genere venivano cantate con una potenza non propriamente umana dalla mascella di belva di Steevi Jaimz - si ripresentano nell'anno di grazia del rock 1990 con il nuovo vocalist Kim Hooker e un sound che mette il sigillo di ceralacca sulle "nuove regole per non scendere a compromessi musicali".
È così che le chitarre di Jay Pepper iniziano a tramutarsi in melodici motosega fluorescenti pronti a farsi violentemente strada in un panorama che la band, se avesse potuto, avrebbe chiaramente volentieri occupato da sola, tanta gola faceva alla bestia Tigertailz la scena mondiale.
Una band in cui i membri partecipano alla - seppur semplice - fase compositiva dei testi e in cui tutti brandiscono con orgoglio i rispettivi strumenti è una band in salute, assetata del sangue dei fans. Da questa voglia di fare musica condannata a non morire mai nasce il masterpiece "Bezerk", assatanato ruggito dell'Europa che non voleva restare a guardare l'America.
Me la passate l'etichetta in stile hard boiled di genere hard cock per questo disco? Perché è oscenamente bello, sessualmente stimolante, anche quando lo levi a distanza di vent'anni dal barattolo che lo conservava sotto acido. Questa musica è puttana perché te la dà sempre, basta farle un cenno con la mano. E se le primi il grilletto schizza fuori tutta la sua carica umorale e viscerale: "Sick Sex", "Love Bomb Baby", "Can Fight Dirty Too", "Noise Level Critical", "Heaven", "Love Overload", "Action City", "Twist And Shake", "Squeeze It Dry", "Call Of The Wild" sono quello che forse gli uomini cercano nella cruenza di un rapporto trans.
Quest'arancia dal meccanismo compromesso è una cosa indescrivibile, un viaggio nella violenza più subdola e premeditata, una caverna tappezzata di effetti anni 80 strumentalizzati ad uso e consumo della band che qui diventa gang pronta alla circuizione di gruppo, alla circonvenzione di capace, alla seduzione forzata, alla persuasione palese.
Strepitoso album di cui davamo per scontata la conoscenza , ma una recensione articolata ci sta eccome..
Godetevelo perchè ogni volta bisogna godere...
VOTO : 10
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